Class action ed azione inibitoria collettiva sono state rivoluzionate da una riforma (legge n. 31/2019) la cui entrata in vigore, a seguito di diversi rinvii, è ora prevista per maggio 2021.
La legge ha ampliato l’ambito applicativo di entrambe le azioni, ampliandone il perimetro ben oltre l’ambito consumeristico e facendone vere e proprie azioni generali, applicabili dunque anche nei rapporti tra imprese, introducendo nuovi articoli all’interno del codice di procedura civile (artt. 840-bis ss. c.p.c.). La riforma, inoltre, comprende numerose previsioni che incentivano la proposizione di class actions, quali, ad esempio, norme premiali per difensori, consulenti e rappresentanti comuni degli aderenti, nonché la possibilità di adesione anche successiva al deposito della sentenza di merito.
Quanto all’azione inibitoria collettiva, essa non sarà più strumento azionabile unicamente dagli enti rappresentativi, bensì da “chiunque”: anche il singolo individuo potrà, dunque, adire il giudice ordinario, in nome di interessi “collettivi”, domandando l’adozione di provvedimenti inibitori e correttivi nei confronti delle imprese.
All’esame di tali tematiche è dedicato il nuovo volume curato dal Prof. Ruffolo, dal titolo “Class action ed azione collettiva inibitoria”, edito da Giuffrè Francis Lefebvre, il quale riserva approfondita analisi ai profili sostanziali e processuali della nuova azione di classe e della nuova azione inibitoria collettiva, anche in chiave comparativa rispetto al previgente regime.
A tali profili si affianca, poi, nel volume, l’esame delle previsioni concernenti la c.d. “class action pubblica” e dei profili di diritto costituzionale, comparato ed unionale (anche con riguardo alla recente Direttiva in materia di “collective redress”).